Attentato Brindisi: Moglie Vantaggiato “avrebbe avuto ruolo ambiguo”

Giovanni VantaggiatoMesagne – Sono state depositate ieri le motivazioni della sentenza di condanna all’ergastolo con isolamento diurno per 18mesi a Giovanni Vantaggiato, sulla soglia dei settant’anni, reo confesso dell’attentato messo in atto davanti l‘Istituto Professionale “Morvillo – Falcone” di Brindisi il 19 Maggio 2012. Nell’esplosione morì Melissa Bassi di appena 16 anni. Il reato contestatogli è di strage con finalità terroristica. Nelle motivazioni della sentenza, i giudici della Corte d’assise hanno espresso i loro dubbi sul ruolo che avrebbe potuto avere la consorte di Vantaggiato. Nella sentenza si legge infatti: ” ha avuto un ruolo quantomeno ambiguo nell’intera vicenda”. Per il sostituto procuratore Guglielmo Cataldi “non è impossibile che fosse a conoscenza dei fatti”. La donna però non è mai stata sottoposta a nessuna indagine di valenza penale in quanto non si poteva contestare il favoreggiamento in mancanza di prove certe. Quello che però fa pensare e ha fatto pensare i giudici sono alcuni stralci delle intercettazioni effettuate e sulle quali la sentenza si esprime in questi termini : “emerge il ruolo quantomeno ambiguo avuto nell’intera vicenda dalla moglie dell’imputato, Giuseppina Marchello”. Ad avvalorare questo nella sentenza si legge che:  “Con riferimento all’eventuale assistenza o aiuto fornito da complici mentre in sede dibattimentale l’imputato ha ripetutamente affermato di avere agito da solo, nel primo interrogatorio del pm, ha spesso utilizzato il plurale”. Quindi, “ritiene la corte che se è certo che Vantaggiato abbia agito da solo sia nella fase di collocazione dell’esplosivo che in quella di attivazione dell’innesco, non può escludersi in modo altrettanto certo che, alla luce delle iniziali affermazioni rese dello stesso agli inquirenti e di quanto detto con riferimento a Giuseppina Marchello, qualche complice sia intervenuto nelle fasi precedenti (reperimento contenitori, trasporto delle bombole)”.“

[banner] Tuttavia è stata riconosciuta la situazione morale in cui versava Vantaggiato a seguito di una giustizia che non lo soddisfava, alcuni dissapori della vita e la continua vessazione di una burocrazia che, sembrava, lo perseguitasse. Infatti da quello che si legge nella sentenza si dice che covava ”rabbia, delusione e frustrazione” nei confronti del ”mondo” e quindi anche verso i pubblici poteri che non gli avevano reso ”giustizia”, sentimenti che avrebbero potuto portarlo anche a mettere in atto nuovi attentati.

Nonostante questo i giudici sono stati altrettanto perentori ad affermare che Vantaggiato era un soggetto pericoloso che voleva terrorizzare l’Italia infatti la sentenza si esprime: “L’attentatore, sia nel momento in cui inizia a premere il pulsante sia successivamente è perfettamente in grado di vedere il posto dove è collocato il bidone con l’esplosivo, nonché le persone che attraversano via Galanti”, la sentenza continua,  “In questi frangenti l’uomo ripreso mostra un chiaro e inequivocabile interesse a guardare verso l’ingresso della scuola dove è collocato l’esplosivo. Si noti a questo proposito la direzione degli occhi e la torsione del tronco, nonché l‘insistenza nel premere il pulsante del telecomando, al fine evidente di controllare gli effetti dell’esplosione”.

Inoltre ancora “era lucido, capace di intendere e volere e anche di stare a processo” questo non ha fatto altro che sostenere il reato e l’aggravante di strage con finalità terroristica : “Vantaggiato a differenza di quanto dichiarato aveva intenzione di proseguire la strategia criminale di tipo terroristico iniziando con l’attentato alla scuola Morvillo Falcone collocando altri ordigni esplosivi micidiali al fine di colpire una o più vittime indeterminate scelte a caso in maniera indiscriminata e non prevedibile, con l’obiettivo altrettanto evidente di creare allarme nella gente destabilizzando i pubblici poteri”. (pubblicato su www.mesagnesera.it)